Macchia da Sole
Roberto Gualandri
ALLA SCOPERTA DEI BORGHI RURALI DELLA LAGA:
32) MACCHIA DA SOLE E DA BOREA, STORIE, LEGGENDE E SPIRITUALITÀ…
Lungo il tracciato della leggendaria Via Metella, c’è un solo luogo capace di custodire i più grandi misteri delle “terre di confine” che la storia ha lasciato irrisolti: è la Valle del Torrente Salinello, segreta e silente…
Un’esplosione di natura selvaggia così prepotente, da riuscire a nascondere quattro deliziosi insediamenti rurali testimoni di fatiche umane e incancellabili sortilegi: Macchia da Sole, Macchia da Borea, Piano Maggiore e Cannavine.
In basso, c’è infatti un’angusta ed emozionante gola incassata ad imbuto, che ha lasciato intatte le pagine più antiche dei nostri libri, distanziandole da un mondo confuso… senza più identità.
Siamo quasi a mille metri di altitudine, nel tratto di territorio amministrativo ricadente nel Comune di Valle Castellana, proprio nel punto in cui gli affioramenti arenacei della Laga lasciano spazio ai più severi contrafforti calcarei dei Monti Gemelli, quasi fosse l’ultimo atto di una esaltante commedia d’autore interpretata dagli eccellenti paesaggi d’alta quota, prima che le dolci colline aprutine e l’azzurro del mare conquistino definitivamente la scena, annunciando il tremore della modernità…
Ci sono tre diverse possibilità per arrivare sin qui in auto: la prima, classica, è l’itinerario aprutino percorso dalla SP n. 52 che sale da Garrufo e Guazzano di Campli, tagliando in diagonale le spettacolari Gole del Salinello nel versante del Monte Foltrone, tra indimenticabili scorci sull’orrido, sulla Fortezza di Civitella del Tronto e la non lontana costa adriatica.
La seconda, più solitaria, è l’itinerario interno dei Monti della Laga che sale da Valle Castellana, toccando il Castello di Vallenquina; qui gli scenari della gola appaiono solo all’ultimo istante appena valicata la Cona, dopo una piena immersione tra i boschi di Leofara.
La terza, è invece riservata soltanto….agli amanti del brivido. È l’accesso ascolano da Castel Trosino per la località di S. Vito di Valle Castellana, che consente di proseguire poi sull’angusta sterrata che taglia l’imponente versante ovest della Montagna dei Fiori, fino a raggiungere il Valico di Croce di Corano e ridiscendere sul versante opposto, verso il piccolo insediamento pastorale di Cannavine, giungendo infine a Macchia da Sole.
Per apprezzare tutta l’infinita bellezza della Valle del Salinello, suggerisco però una quarta opzione pedonale: è quella di salire su uno straordinario punto di osservazione delle gole, partendo dalla Sorgente della Cordella. Trattasi del Monte Tignoso, dall’alto dei suoi 1367 metri di altezza, dove la vista può abbracciare in un solo istante…tutte le possibili magie…
Da qui infatti, lo stupefacente canyon, chiuso a sinistra dalla Montagna dei Fiori e a destra dal Monte Foltrone, si allontana sempre più incassato verso le colline aprutine, con il mare che chiude l’unico spazio di profondità visiva concessa…..In basso, vicinissimi, sono invece i resti del Castello di Re Manfredi a riportarci tra le pagine della storia, con le case rurali di Macchia e quelle di Piano Maggiore perfettamente armonizzate nel paesaggio. A breve distanza appare anche il triangolo appuntito del Colle dell’Osso Caprino a rievocare curiose leggende, mentre sul versante opposto i caratteristici speroni rocciosi degli Eremi di S. Angelo al Volturino e di S. Maria Maddalena, sembrano voler consacrare in maniera solenne…il silenzio mistico dei luoghi.
Non resta altro che auspicare vivamente un’esperienza di piena immersione in questi spazi…senza tempo, dove i giorni continuano a susseguirsi rincorrendosi… nonostante un meraviglioso apparente “fermo immagine” che proietta le incomparabili bellezze dei luoghi in contrasto ai lontani orizzonti perduti..i quali fanno capolino la’ in fondo…nel mondo sommerso dell’urbanizzato…
14 ottobre 2021
Roberto Gualandri
BENVENUTO AUTUNNO
Salutiamo l’ingresso della nuova stagione, con uno scatto sul triangolo dell’Osso Caprino, effettuato lo scorso anno nei pressi di Macchia da Sole di Valle Castellana (TE).
Roberto Gualandri
CASTEL MANFRINO: LASSÙ DOVE SI TOCCA IL CIELO….C’È ANCORA UN RE
Tra le tante cose che restano legate ai nostri trascorsi sulle montagne della Laga, un posto d’eccezione è riservato sicuramente ai ricordi delle narrazioni improvvisate dagli anziani intorno ad un camino acceso, con il fuoco che spesso illuminava a stento i volti…
Usanze piuttosto comuni in realtà anche in altre parti del mondo, poiché collegate al bisogno di esternare ai più giovani, i prodigi della natura, le ansie umane e soprattutto, le paure dell’ignoto e i misteri delle tenebre…
Le montagne della Laga non fanno certo eccezione, anche se qui, le novelle si distinguono per alcuni indiscussi tratti di originalità. Lungo queste valli infatti, risuonano un po’ ovunque…interessanti reminiscenze del passato, legate a fatti e personaggi che hanno avuto un certo rilievo sui libri di storia.
L’isolamento geografico e il contatto diretto con queste particolari realtà territoriali hanno consentito di rievocare molti episodi noti, correlandoli ad un sistema di narrazione piuttosto localizzato, comunque in grado di trasportare l’immaginario collettivo verso visioni talmente irreali ed inverosimili…da apparire, a volte, finanche credibili…
E così, avvicinando il pensiero del grande filosofo Benedetto Croce, possiamo condividere che la storia…non è altro che un insieme di fatti, che finiscono per diventare leggenda, mentre le leggende…sono bugie che finiscono col diventare storia…È un po’ quello che è successo anche sulle montagne della Laga, dove alcune leggende restano, con un po’ di fantasia, perfettamente percepibili…visitando in silenzio alcuni dei piccoli borghi rurali sparsi nel territorio…
C’è sicuramente un estroso controverso personaggio, in particolare, che ha contribuito a mantenere vive alcune affascinanti credenze popolari: è il Re Svevo Manfredi, vissuto nell’ormai lontano XII secolo. Passato alla storia per aver creato in queste zone di confine, un poderoso sistema difensivo attraverso la costruzione di robusti fortilizi a presidio delle principali valli, il suo mito si è elevato fino ai nostri giorni grazie ai dissidi con lo Stato Pontificio e all’impossibilità di accesso a queste roccaforti da parte delle popolazioni residenti, che ha spinto evidentemente a fantasticare…l’esistenza di stupefacenti realtà…
Nascono qui le leggende sulla presenza di fantomatici tunnel sotterranei di collegamento, di tesori nascosti, di montagne illuminate e di donne di inaudito splendore…Più avanti proveremo a rievocarne qualcuna, così come le abbiamo intercettate, per rinverdire le gesta di un personaggio davvero curioso, la cui unicità è paragonabile a quella del palcoscenico naturale in cui le stesse sono ambientate…
Forse il luogo più adatto per catturare queste emozioni è il Castello di Macchia da Sole (Castel Manfrino), dove i resti di una di queste roccaforti fanno ancora bella mostra, affacciati sulle spettacolari Gole del Salinello: un luogo spettacolare, di autentica contemplazione mistica, che sollecita la memoria dei frequentatori ad effettuare percorsi a ritroso del tempo…
Sono questi i luoghi ideali per abbandonarsi a fantasticare scenografiche apparenze, rispolverando proprio quelle narrazioni orali che continuano nelle notti a riecheggiare… trasportate dal vento…in molti borghi della Laga protette dal solenne silenzio dei boschi…e dal fascino di misteriose inspiegabili magie….
11 ottobre 2021
#roccheecastelli#goledelsalinello
Filomena D’Andrea Paone Bellissima storia. Si raccontava che esisteva una specie di traforo che dal Castel Manfrino andava fino alla Fortezza di Civitella.
Francesca Sabatucci Da piccola tante volte ho sentito raccontare storie sul Castel mandrino. Soprattutto due. Quella del tesoro che nessuno riusciva a prendere perche’ una forza oscura non permetteva di rimanere all’ interno del castello. L’altra che il re per sfuggire ai nemici avrebbe ferrato il suo al contrario. Poi ci sarebbe un’altra leggenda quella di due frati sbranati dai lupi sulla montagna dei fiori.
Luca Fidanza
Piano maggiore( macchia da sole)
Gabriele Vecchioni ha condiviso un link.
Stavo leggendo il post di Roberto (Gualanfri) sulle leggende di Castel Manfrino e… ecco l’articolo di qualche mese fa che fa il punto su queste “storie”:
CRONACHEPICENE.IT
Delitti e tesori: le leggende del Castello di Macchia – Cronache Picene
Per gentile concessione di Ciccio Brusk
Per gentile concessione di Ciccio Brusk
Castel Manfrino Macchia da Sole
Per gentile concessione di Fabrizia Caterini:
La fontana di Macchia da Sole