Pomarolo
Roberto Gualandri
ALLA SCOPERTA DEI BORGHI RURALI DELLA LAGA:
53) POMAROLO, L’ILLUMINANTE VALORE DELLA TESTIMONIANZA
Una stradina tortuosa si allunga nel bosco per invitare a scoprire sorprese. Un paesaggio che d’improvviso si apre, spalancando qualsiasi immaginazione nell’infinito susseguirsi di creste ed incisioni vallive.
Ogni tanto la visuale è attirata in lontananza dalla presenza di piccoli agglomerati di case rurali, stimolando il bisogno di azzardare il non semplice riconoscimento del loro toponimo.
Anche la frazione teramana di Pomarolo di Rocca Santa Maria non sfugge a questa realtà.
Adagiata su un ripiano erboso lungo i pendii di Colle Cerreto, a 877 metri di altitudine, questo esiguo nucleo di abitazioni abbandonate si raggiunge dal bivio della SP n. 48 di Bosco Martese, posto poco oltre l’abitato di Cona Faiete, che consente di inoltrarsi verso o selvaggi crinali che circondano i borghi di Acquaratola e S. Biagio.
Ma è sufficiente percorrere poco più di un km, aggirando l’altura del Monte Ieno ed oltrepassare il Fosso Perchiara per ammirare tra le radure al di là della valle, il borgo di Macchia S. Cecilia e poco più a destra il più nascosto abitato di Pomarolo, raggiungibili percorrendo un altro breve tratto di strada.
Agli edifici di architettura moderna di Macchia si contrappongono, quasi per compensazione, le poche case in pietra di Pomarolo avvolte nella vegetazione invadente e dall’assoluto silenzio che accentua compiutamente il segno dell’abbandono, nonostante il rinvenimento nelle pertinenze di attrezzi agricoli che lasciano intuire saltuarie frequentazioni umane.
Osservando gli edifici d’epoca in stato di degrado, il pensiero corre inevitabilmente ad immaginare i possibili volti di coloro che li hanno abitati e alle tante storie sconosciute che lo spopolamento ha portato via con sé. Non c’è più traccia ormai del concitato vociare di un tempo e dei tipici richiami delle casate spazzati via dal vento: rimane soltanto l’oscuro silenzio dell’indifferenza, un male diffuso nei nostri giorni che aveva finito per travolgere inconsapevolmente gli stessi cittadini roccolani
Ora però è arrivato il tempo del riscatto, del coraggio di riprendere un cammino interrotto e di credere nel recupero di ogni angolo che sembrava perduto per sempre…
Pomarolo è li che attende nuovi spiragli di esistenza, mentre su un grande schermo a noi invisibile continuano a scorrere le memorie del suo passato, per tutti coloro che hanno ancora voglia di sognare. È l’illuminante valore della testimonianza, quella nobile attestazione lasciata in eredità dai nostri predecessori che continua a scaldare i cuori più sensibili, come nei riflessi di bellezza emanati dai petali di un fiore, tornato a risplendere dopo i rigori di un lungo inverno…
20 novembre 2022
Foto 1: Macchia S. Cecilia e Pomarolo;
Foto successive: Le case rurali di Pomarolo.
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