Pozza
Strutture ricettive
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Roberto Gualandri
ALLA SCOPERTA DEI BORGHI RURALI DELLA LAGA:
43) POZZA, L’AFFASCINANTE LUOGO DI MEMORIA CHE PARLA DI PACE
Lungo una valle verde che dal borgo di Acquasanta Terme risale le profonde Gole del Rio Garrafo, si è man mano conquistati da maestosi scenari naturali e dalla bellezza di numerosi profili montuosi che si susseguono, fin dove lo sguardo riesce a catturare immagini.
Oltrepassato il bivio di Pito, un ultimo tratto di strada raggiunge un luogo magnifico, dove insistono due ultimi insediamenti rurali posti a breve distanza l’uno dall’altro: il primo è Pozza, il secondo invece, è Umito, noto ai tanti esploratori che amano avventurarsi verso le non lontane cascate del Rio della Prata e della Volpara.
Siamo a poco più di seicento metri di altitudine, nel tratto di Laga ascolana che si abbassa verso la Valle del Fiume Tronto, con i suoi inconfondibili caratteri severi e selvaggi, dove piccoli borghi fanno capolino qua e là seminascosti dalla vegetazione, perfettamente inglobati nel paesaggio circostante.
In alto si intuiscono gli scivoli della Volpara, con la testata della valle che si alza imponente verso i 2073 metri della Macera della Morte, mentre sul versante opposto del solco del Garrafo, si intravedono le località di Gaglierto e di Pietra Rotonda, dove il pensiero mi guida inevitabilmente verso Filomena e Zelindo, un indimenticabile coppia che spesso mi ospitava durante le mie escursioni in zona.
Gente umile, generosa e di fatica, che ha saputo superare anche momenti terribili come quelli vissuti durante l’ultima guerra mondiale, quando proprio qui si consumò una delle stragi più efferate del territorio ascolano, con i tedeschi e fascisti che nella giornata dell’undici marzo del 1944, attaccarono l’abitato di Pozza mettendo a ferro e a fuoco l’intero villaggio, poiché gli abitanti furono ritenuti colpevoli di dare ospitalità ai partigiani. Alle numerose vittime fu data sepoltura in seguito nel “Cimitero partigiano internazionale di Pozza”, un obbligato luogo di sosta e di raccoglimento per chiunque raggiunge questi borghi.
Ma Pozza è anche e soprattutto un paese dalle mille risorse e da altrettante sorprese gioiose, come dimostra la rappresentazione di uno dei migliori Carnevali storici del piceno, ovvero il “Carnevale degli Zanni” di derivazione antica, anche se incerta, caratterizzato da un Corteo composto da diverse figure che parte da Umito e si conclude a Pozza, tra cui primeggiano proprio gli Zanni, familiari figure cerimoniali tipiche del carnavale.
L’ultimo suggerimento per chi ha la pazienza di seguirci, è quello di percorrere a piedi le lunghe viuzze del paese per abbandonarsi con piacere ai dialoghi con le persone residenti: esperienze che riempiono spazi della nostra interiorità rimasti troppo tempo inespressi, contatti umani che vanno ben al di là della circostanza, perché questi sono più che mai… affascinanti luoghi di memoria, che parlano di pace…
5 marzo 2022
#borghidellalaga#acquasantaterme#pozza
Pozza si raggiunge dopo Acquasanta Terme girando a destra al bivio con l’indicazione “Pozza”, “Pito” e “Umito”.
Giovanni Del Vecchio
Ascoli Piceno e il suo territorio –
A sud di Acquasanta Terme scorre, nell’omonima valle, il torrente Garrafo. Nel fondovalle le frazioni di Pito, Pozza e Umito sono sovrastate dalle alte e ripide pareti opera della millenaria erosione delle acque torrentizie che precipitano dai Monti della Laga. Capita di approcciare con stupore a questo paesaggio inusuale, testimone di intense vicende umane che, nel secolo scorso, hanno determinato un flusso migratorio, prevalentemente verso il Canada, ma il tenace e orgoglioso spirito di appartenenza della popolazione rimasta sta attivando, oggi, un virtuoso circuito di iniziative tese a valorizzare il territorio, le sue tradizioni e il suo folclore (vedasi il Carnevale degli “Zanni”), lasciando sperare in un futuro sviluppo, prevalentemente turistico, in queste località che non lasciano mai indifferenti visitatori ed escursionisti. Atmosfere rare si susseguono in tutti i giorni di ogni stagione. Suggestivi tramonti vedono gli ultimi raggi inerpicarsi rapidamente lungo le alte pareti della valle, per stazionare nei punti più alti, prima di scomparire in un anticipato crepuscolo che lascia spazio al fascino delle ombre vaganti nei fitti boschi circostanti. E’ stato cosi’ che, in un tale paesaggio, anche un semplice frequentatore, con velleità di fotografo naturalista, può sentirsi ispirato nel verseggiare per fermare le proprie intime impressioni. ” Luce di Umito “
…. e qui, tra i boschi,nella macchia antica,
la luce fioca negli anfratti foschi,
qui mi rapisce la Natura amica !
Fu qui che il sole tramontò ben prima
e un languido abbandono mi assaliva.
Fu allor, per caso, che guardai là in cima
e vidi che la luce non fuggiva.
Era lassù che vigile e ridente
Essa, soave, suscitava ardente
il senso della vita oppure…..il niente,
nell’abbandono della stanca mente.